
Quando sentiamo parlare di estetica dentale il nostro pensiero va inevitabilmente a denti bianchi e dalla forma perfetta. Non solo, siamo anche portati a pensare che questo concetto di bellezza sia universale. Tuttavia basta allontanarsi un po’ nel tempo o nello spazio per capire che i canoni estetici variano tantissimo da una cultura all’altra.
I Maya, ad esempio, usavano ornare e mutilare i denti, azioni essenziali per il rituale. Gli interventi venivano effettuati sul dente vitale, di solito sugli incisivi superiori e inferiori e talvolta sui primi premolari. Le pietre intarsiate erano varie come giada, ematite, turchese, quarzo, cinabro, pirite di ferro, ecc.
Etnie dell’Africa come i Ndzimu (Camerun), i Dzem (Gabon), i Ba-binga (Congo), i Bonyo (Congo), i M’baka (Congo) o i Shanga (Mali) tolgono i quattro incisivi inferiori. A Borneo i Dusmus tingono i denti con un impasto a base di solfato di rame e olio di noce di betel. I vietnamiti applicano, invece, una vernice fatta con pittura nera, zenzero e mango sopra la superficie del dente trattata con acido citrico.