Gli studi dimostrano che il fluoro riduce la carie di circa il 25%. Tuttavia, negli ultimi 50 anni, le fonti di fluoro sono aumentate soprattutto grazie alla diffusione dei prodotti per l’igiene e la salute orale come dentifrici, colluttori, integratori di fluoro, vernici e gel per i denti. Nel 2010, il Dipartimento di Salute e Servizi Umani e la Environmental Protection Agency degli Stati Uniti hanno abbassato il livello di fluoro nell’acqua potabile a un massimo 0,7 mg/l. Precedentemente il livello era compreso tra 0,7-1,2 mg/l.
In Italia, invece, non è stata disposta la fluorazione delle acque potabili. Le acque italiane sono infatti, sufficientemente ricche di fluoro, tanto da non rendere consigliabile un’addizione farmacologica. Si stima che la media nazionale di fluoro nelle acque sia di circa 1 mg/l. Ma nelle diverse zone del Paese ci sono diversi livelli di fluoro. Nella zona dei Castelli Romani, ad esempio, le acque sono particolarmente ricche di fluoro, a tal punto da aver provocato diversi casi di fluorosi.
Secondo l’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT), il 46.5 % degli italiani non beve acqua di rubinetto, ma acquista acqua imbottigliata. Il consumo di acque minerali imbottigliate medio di 155 l/persona/anno rende il consumo italiano superiore a qualunque altra nazione europea. Attualmente, in Italia, non sono state emanate normative sulla fluorazione artificiale delle acque potabili. C’è solo il decreto legislativo n. 31/2001, che recepisce la direttiva europea 98/83/CE e fissa il livello di concentrazione massima di fluoro a 1,5 mg/l.
LE STORIE DEI NOSTRI PAZIENTI